L'imprinting

 L'IMPRINTING 

In questi giorni ho riflettuto a lungo su quale potesse essere il mio luogo della memoria, il posto che porto più nel cuore, quello che riporta sempre alla mente ricordi da ripercorrere un po’ con il sorriso. Ho avuto la fortuna di viaggiare molto, conoscere posti nuovi, diversi dalla realtà in cui vivo quotidianamente e che sicuramente hanno lasciato un segno indelebile dentro di me, ma credo che nessuno di questi sia speciale quanto lo è Siviglia.  

Siviglia è una città a cui sono molto legata e che considero un po’ come una seconda casa: l’ho conosciuta per la prima volta durante un viaggio studio con il liceo, controvoglia, perché ricordo che quando la professoressa di spagnolo ci annunciò la scelta della meta non ne rimasi particolarmente entusiasta, chiedendomi perché avesse preferito una città così piccola rispetto ad una più grande e dinamica come Madrid o più discussa e amata come Barcellona. Dovetti ricredermi pochi giorni dopo l’arrivo; l’aria festosa, il calore delle persone, il clima mite anche nei mesi solitamente più freddi me la fecero amare a tal punto di sentire il bisogno di tornarci pochi anni dopo con delle amiche e, finalmente, di sceglierla come destinazione per il mio Erasmus, vivendo per circa un anno in una città che sentivo come se fosse sempre stata mia, nonostante la malinconia e la nostalgia di casa.  

La città come dicevo non è molto grande ma la sua atmosfera magica, quasi esotica, l’architettura, meravigliosa, che da una parte mescola il mondo arabo con l’occidente, da un’altra stravolge con costruzioni moderne, da un’altra ancora dona un’immagine di tradizione mediterranea con le piccole casine bianche tipicamente andaluse, rapisce e trasporta chi la visita quasi in un sogno.  

Ricordo che nei pomeriggi liberi, approfittando delle giornate quasi sempre soleggiate, facevo delle passeggiate a piedi da casa fino a Plaza de España, attraversando le viette del centro colme di locali tipici, vivi, dove le persone sembravano sempre essere in aria di festa, trovandomi d’un tratto davanti la cattedrale, o lungo il fiume, passando davanti la Plaza de Toros, in cui ancora oggi si svolge di tanto in tanto la corrida, e trovandomi improvvisamente immersa nel verde del grande parco urbano Maria Luisa, con grandi palme, piante esotiche e specchi d’acqua; da lì improvvisamente si apre a semicerchio, come se volesse abbracciare l’ospite, Plaza de España, costruita in occasione dell’Esposizione Iberoamericana del 1929, che si svolse a Siviglia. L’architetto, Aníbal González, mescolò uno stile ispirato al Rinascimento ed elementi tipici della città: mattoni faccia a vista, ceramica ed elementi in ferro battuto. Il fascino della piazza emerge non solo dal ritmo dei passi dei ballerini di flamenco che si esibiscono sotto i grandi portici, ma anche dalla ricchezza di significati simbolici: la semicircolarità rappresenta l'abbraccio della Spagna e delle sue antiche colonie, l'esposizione verso il fiume Guadalquivir indica la strada da seguire per l'America e le panchine decorate in ceramica dipinta che la incorniciano raffigurano le province della Spagna.  

Il mio luogo preferito tuttavia era il Real Alcazar, il maestoso palazzo reale, tappa fissa ed obbligatoria in caso di visite, originariamente forte dei Mori e costruito in stile islamico, con patii interni ornati da colonnati e dettagli in stile moresco e grandi giardini che, come in un viaggio spazio-temporale ha la capacità di trasportare il visitatore in Medioriente appena varcato l’ingresso (non a caso è stato scelto come set per numerosi film internazionali).  

L’incanto che avvolge questa città, quasi seducente, che desta sempre stupore ogni volta che la si visita, le amicizie che sono nate e che ancora porto nel cuore nonostante la lontananza, le emozioni che ho provato durante le mie esperienze, rendono Siviglia il luogo dove ho lasciato una parte di me, dove si ha la necessità di ritornare ogni volta che si rientra a casa. 


Parole chiave del mio imprinting: coloratomagicomorbido, aperto.


Adozione della configurazione di Plaza de España nel mio progetto


Ispirazione del patio andaluso come sistema bioclimatico








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