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 "In questa fase storica noi dobbiamo limitare al massimo il consumo di suolo agricolo, ma non possiamo certo bloccare lo sviluppo! Dobbiamo soltanto invertirne la direzione. E siccome non c'è sviluppo senza infrastrutture, dobbiamo creare infrastrutture di nuova generazione, infrastrutture rivolte appunto al recupero, alla densificazione e alla riqualificazione della città esistente."

Negli ultimi anni vi è una necessità sempre più forte di ammodernare e migliorare le infrastrutture cittadine, con particolare attenzione al tema della mobilità al fine di rendere più "abitabili" le città, soprattutto nelle aree più periferiche a fronte dell'irrefrenabile sviluppo della società. È in questo contesto che si inserisce il tema del riuso, della rigenerazione urbana, che prevede interventi di recupero dell'esistente cercando di limitare quindi l'espansione verso le aree "libere" del territorio e tutelandone la conservazione. L'obiettivo della rigenerazione è dunque quello di contribuire a rendere le città sostenibili e migliorare la qualità della vita degli utenti. D'altra parte sembra verificarsi spesso una sorta di conflitto tra il tema e la sua messa in pratica dal momento che, a mio avviso, il panorama italiano sembri ancora aggrapparsi per certi versi all'idea tradizionale di sviluppo ed espansione, accostando alla concezione di crescita della società, la necessità di espandersi e compromettere le aree "vergini" sul territorio, tralasciando la presenza di numerose zone, edifici e cantieri abbandonati e senza una destinazione d'uso precisa. È necessario quindi a mio giudizio promuovere una politica di partecipazione sociale, coinvolgendo non solo le figure professionali ma anche la popolazione stessa, incentivando i cittadini ad interessarsi al tema del recupero e comprendere le potenzialità che possono acquisire i non-luoghi.   

L'immagine riporta il censimento degli immobili abbandonati nei municipi di Roma. 




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